C’è un piccolo (ma grande) museo in provincia di Parma, qui si possono trovare oltre 60000 oggetti precedenti all’ “era della plastica” Fondazione Museo Ettore Guatelli, Ozzano Taro.
Quando si va in visita a questo meraviglioso museo, i volontari ti guidano alla scoperta delle storie nascoste in ognuno dei cento oggetti che ti presentano.
Possiamo andare a visitarlo 100 volte e, ogni volta, andremmo alla scoperta di nuovi oggetti e attrezzi che non avevamo ancora visto.
Ecco, questi oggetti provengono dall’ingegno e dalla maestria di mani sapienti che l’hanno modellato per assolvere a una specifica funzione.
Da sempre l’uomo manipola e trasforma la materia per costruire arnesi, attrezzi, oggetti che hanno al loro interno l’anima di chi li fabbrica.
Recentemente, nel libro “marketing management” ho letto che , con la stampante 3D, finalmente si può parlare di “artigianato di massa”, puntando l’attenzione sulla sola personalizzazione degli oggetti di questa tecnica.
Io invece penso che, in questo caso, parlare di artigianato non sia corretto:
L’artigianato è inseparabile dall’artigiano che lo fabbrica.
Si, è vero, anche gli artigiani usano complessi macchinari e attrezzi, ma, in ogni caso, toccano e manipolano la materia che lavorano.
Oltre questo aspetto, comprare direttamente dall’artigiano, ci da la possibilità di conoscere la sua storia e di vedere che faccia ha; quindi di instaurare un rapporto di fiducia.
Un artigiano è una persona che dedica tempo ed energia in ciò che fa e, spesso, impegna ore nella ricerca dei materiali e delle tecniche migliori.
Un artigiano, oltre alla motivazione economica, ha sempre una passione sconfinata per ciò che fa; ciò che produce proviene dalla sua fantasia resa realtà e concretizzata nella sua opera.
In ultima analisi, se vogliamo acquistare un oggetto che si distingua dalla produzione in serie, che sia originale anche nel design, l’unico modo è di prenderla da un artigiano che l’abbia pensata, ideata e prodotta.
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